la “Giornata nazionale dell’Albero” da celebrare il 21 novembre di ogni anno, attraverso iniziative da realizzare nelle scuole, nelle università e negli istituti d’istruzione superiore.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del patrimonio arboreo e boschivo mondiale ed italiano per la tutela della biodiversità, il contrasto ai cambiamenti climatici e la prevenzione del dissesto idrogeologico.
Fil rouge dell’evento di quest’anno sarà la storia d’Italia vissuta e raccontata attraverso gli alberi e i boschi, come testimoni di memorie e avvenimenti storici in occasione del 150° dell’Unità del nostro Paese.
http://www.ambienteambienti.com/
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INSTALLAZIONE "AUTUNNO" 2011
"Si sta
come d'autunno
sugli alberi
le foglie."
(Giuseppe Ungaretti)
In questa poesia molto breve, Ungaretti paragona alle foglie tremanti di un albero alla precarietà della vita, perchè ci vediamo maturare ad ogni autunno in rughe e pensieri nell'inafferrabile sostanza del divenire. C'è sempre un'ultima foglia sospesa nella fatalità del suo epilogo.
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Una installazione al confine tra natura e scultura. Segni particolari? Il materiale con cui è stata realizzata: tutti pezzi di riciclo: corteccia, rami, foglie.
Quest’opera d’arte contemporanea, dall’emblematico titolo « Autunno», è frutto della sensualità dell'arte naturalistica. ...
Una installazione al confine tra natura e scultura. Segni particolari? Il materiale con cui è stata realizzata: tutti pezzi di riciclo: corteccia, rami, foglie.
Quest’opera d’arte contemporanea, dall’emblematico titolo « Autunno», è frutto della sensualità dell'arte naturalistica. ...
Dove potete vederla?
Nel più bel caffè di Caselle!!!
Una sosta per sorseggiare un delizioso caffè alla “Caffetteria dei Portici,” (il caffè è davvero buono e pure il cappuccino, rigorosamente con tanta schiuma) e troverete esposta la nuova installazione ”Autunno".
Storica Caffetteria “I PORTICI” di Franca, in via Torino, sotto i portici di Palazzo Mosca a Caselle Torinese.
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"L'immaginazione è un albero".
Lo sono le virtù integratrici di un albero.
Lo sono le radici e i suoi rami.
Un albero vive tra terra e cielo.
Vive nella terra e nel vento".
L'albero da noi immaginato diviene impercettibilmente cosmologico, epitome e creatore di un universo.
Spesso gli attribuiamo un aggettivo come "cosmico", e lo rendiamo simbolo dell'illuminazione intellettuale e spirituale. Platone stesso lo descrive come "Asse luminoso di diamante".
Paul Klee, ad esempio, si serve di alcune leggende sugli alberi per esprimere il concetto del processo che opera nell'artista: "l'artista si limita, al suo posto nel tronco dell'albero, a raccogliere ciò che emerge dal profondo e a trasmetterlo oltre"; in altre parole, Klee vide nella creatività umana semplicemente la prosecuzione del processo cosmico.
L' installazione simboleggia il passato, il presente e futuro........
E' l'incontro tra due vite, nello scorrere del tempo, quella dell'albero e quella dell'uomo; l'albero che generosamente si spoglia e si dona, l'uomo che riceve.
Le sue foglie quando cadono sono le immagini dell'uomo che passano ma che restano lo stesso come ricordo indelebile della sua esistenza.
Sono ricordi che ognuno di noi tiene nascosti, lontano dal tempo insieme agli sguardi veloci...
Quindi quale saggezza trarne?
Amare gli alberi, e certamente quando l'albero non ci sarà più, l'uomo dovrà trovarsi pronto a sua volta ad amare con uguale dedizione, questa è l'essenza profonda del bene e del male, della vita e della morte, della conoscenza, dell'umano e del divino.
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E' nei boschi più che in ogni altro luogo che l'uomo del nuovo millennio potrà trovare sé stesso; ma per arrivarci dovrà passare attraverso l'arte e la cultura per meglio capirli e amarli. Nei boschi, nei nostri boschi troveranno quello che troppi vanno a cercare lontano: il ristoro del fisico e la pace, l'equilibrio dello spirito. A questo proposito, Mario Rigoni Stern, ( scrittore scomparso recentemente) è stato il cantore della natura, ci ha consegnato questo messaggio:” "Non ci sarà mai vita senza foresta...."
L'albero il bosco nella vita, nella letteratura, nel mito.
E' nei miti più antichi che scopriamo quale importanza hanno avuto gli alberi e i boschi nel cammino della civiltà: nel principio il Dio di Tutte le Cose, apparso improvvisamente dal Caos, dopo aver diviso la terra dal cielo, le acque dalla terra, la parte superiore dell' aria dalla parte inferiore, divise la terra in zone: alcune molto calde, altre molte fredde, altre temperate; le modellò in pianure e montagne, le rivestì di erba e di alberi.
Alcuni miti dicono che gli uomini sono nati dagli alberi.
Dalle querce, secondo i poeti, certe stirpi e le Ninfe e le Driadi.
Anche nella Bibbia la storia dell'umanità incomincia con un albero "...Vide dunque la donna che l'albero era buono a mangiarsi, bello agli occhi, e dilettoso all' aspetto; prese il frutto..."
Nell' Epopea di Ghilgamesch, il più antico poema di cui si abbia traccia, l'albero della vita dava i frutti per ottenere l'immortalità e quel frutto era chiamato "Il vecchio diventa di nuovo giovane"; ma di quell'albero si sono perdute le sembianze e anche le sementi.
Nella Genesi capitolo 18, Dio compare ad Abramo "alle querce di Mamre mentr'egli sedeva all'ingresso della tenda, nell'ora della canicola del giorno"; quell'albero, dice la tradizione, aveva l'età della terra e divenne oggetto di venerazione non solamente per i Giudei e i Fenici, ma anche per i Pagani, i Cristiani, i Mussulmani.
Ma anche lassù, nel freddo e lontano Nord esiste l'Albero della Terra, dove gli dei tengono consiglio ogni giorno, come Snorri racconta nell' Edda.
Il frassino Yggdrasill é il primo degli alberi ed é così alto che i suoi rami si proten-dono su tutto il mondo e sovrastano il cielo e le sue radici si estendono una nella terra degli Asi, l'altra nella terra dei giganti della brina, la terza sopra il mondo della morte.
Alle foglie, ai rami, alle radici, alle fonti che sono intorno alle acque sotterranee sono legati i miti degli Dei e la vita degli uomini.
Negli alberi, dunque, i primi uomini vedevano l'inizio della vita, di ogni vita; a ogni specie era legato un mito, una leggenda, un rito.
Ai nomi degli alberi erano collegati i mesi lunari e le stagioni. Plinio scriveva "...Non meno della effigie degli Dei, non meno dei simulacri d'oro e d'argento, si adoravano gli alberi maestosi delle foreste..."
Attorno agli alberi consacrati veniva eretto un recinto dove non tutti potevano entrare: lo spazio rinchiuso diventava sacro e il terreno intorno "luogo religioso".
A volte il recinto veniva alzato e diventava tempio che al centro aveva l'albero. Virgilio, nell' Eneide, canto VII, ci racconta:
...era un cortile in mezzo
A le stanze reali,
Dove un gran lauro
Già da tempo consacrato, e colto
Con gran riverenza era serbato.
E, ancora, nelle sue Egloghe così agli alberi affianca gli dei:
Piace a l'Acide il pioppo, la vite a Dionisio, il mirto
a Afrodite bella, ad Apolline piace il lauro;
Filli i noccioli gradisce; finch'ella di loro si compia
non di Febo l'allor, non il mirto più dei noccioli
Bello il frassino in selva, bellissimo é il pino in giardini,
lungo i ruscelli il pioppo, l'abete su l'alte montagne...
Ma é dei boschi sacri, dei Luchi, che le prime civiltà avevano grande rispetto e devozione. Avvenne, forse, dopo che Egido, mostro generato dalla terra, corse le selve della Frigia, del Tauro e delle Indie, e poi per quelle del Libano, della Fenicia, dell' Egitto e della Grecia tutto distruggendo con il fuoco?
Fu da questi disboscamenti con il fuoco, per la mancanza di piogge, con l' inaridimento delle sorgenti che nacquero i deserti.
Il mito ha molte volte riscontro con gli eventi geologici.
E' nei boschi più che in ogni altro luogo che l'uomo del Duemila potrà trovare sé stesso; ma per arrivarci dovrà passare attraverso l'arte e la cultura per meglio capirli e amarli. Nei boschi, nei nostri boschi troveranno quello che troppi vanno a cercare lontano: il ristoro del fisico e la pace, l'equilibrio dello spirito. Petrarca, nella sua 79^ canzone ha scritto:
...Per alti boschi et per selve aspre trovo
qualche riposo: ogni abitato loco
é nemico mortal degli occhi miei.
A ciascun passo nasce un penser novo...
E Puskin, nel 1816:
Prendete, amici miei, il bondone,
Ed entrate nel bosco, vagate per la valle,
Soffermatevi in cima agli erti colli,
E nella lunga notte verrà profondo il sonno.
Se invece di tranquillanti, di sonniferi, di lassativi, di medicine e cliniche costose i medici ordinassero passeggiate silenziose per i boschi; se i mezzi di comunicazione di massa invece di propinare ai fruitori stupidaggini chiassose e banalità, dessero qualche ora all' istruzione per la conoscenza e il rispetto dell' ambiente silvestre, se...
Forse da una radura nel bosco l'uomo delle automobili, della televisione, degli stadi, delle discoteche, del telefono cellulare, delle merendine plastificate, dell'aria condizionata...., da una radura del bosco, dopo una lunga passeggiata, potrebbe ritrovare sé stesso e vedere il mondo e il prossimo con altri occhi.
Ma vedranno i nostri discendenti avverarsi la profezia di Leopardi?
Nel Canto del gallo silvestre scrive: "...un silenzio nudo, e una quiete altissima, empiranno lo spazio immenso.
Così questo arcano mirabile e spaventoso dell' esistenza, innanzi di essere dichiarato nè inteso, si dileguerà e perderassi".
Una antica favola dice che gli gnomi, dentro il ventre di una grande montagna, cantano: "Sette volte bosco, sette volte prato, / poi tutto tornerà com'era stato".
Non ci sarà vita senza foresta.
(Mario Rigoni Stern)













Primi due lavori: "Percezione del bosco attraverso una corteccia di albero"
RispondiEliminaTavole polimaterica, 50x30
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Secondo lavoro: "INSTALLAZIONE "AUTUNNO" 2011 Una installazione al confine tra natura e scultura. Segni particolari?
Il materiale con cui è stata realizzata: tutti pezzi di riciclo: corteccia, rami, foglie.
Quest’opera d’arte contemporanea, dall’emblematico titolo « Autunno», è frutto della sensualità dell'arte naturalistica. .
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Terzo lavoro: Dipinti a tecnica mista, della serie; "Il destino e il suo confine" anno 2007 70 x 70
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Brochure mostra personale "Il destino e il suo confine" galleria d'arte Curci.
INSTALLAZIONE "AUTUNNO" 2011
RispondiElimina"Si sta
come d'autunno
sugli alberi
le foglie."
(Giuseppe Ungaretti)
In questa poesia molto breve, Ungaretti paragona alle foglie tremanti di un albero alla precarietà della vita, perchè ci vediamo maturare ad ogni autunno in rughe e pensieri nell'inafferrabile sostanza del divenire. C'è sempre un'ultima foglia sospesa nella fatalità del suo epilogo.
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Una installazione al confine tra natura e scultura. Segni particolari?
Il materiale con cui è stata realizzata: tutti pezzi di riciclo: corteccia, rami, foglie.